Era il 7 marzo…. Da quel giorno, inevitabilmente, io come persona e anche la mia vita privata sono cambiate completamente. Si, l’affetto del mondo del triathlon italiano, mondiale e del mondo sportivo in generale è stato enorme, incredibile. All’inizio non ero in grado di capire bene, soltanto qualche settimana dopo ho realizzato il tutto. Certo che sentire tante persone vicine, aiuta parecchio, ma sono molto sincera: tante non le conosco neanche e in una situazione di sofferenza così forte…alla fine ti senti sola e soltanto io potrò elaborarla.
Ho iniziato con il triathlon nel 1998 con gli sprint, ma presto ho capito che mi piaceva di più il lungo e quindi per poco tempo mi sono dedicata alle distanze brevi e lì ho vinto poco. Un segreto per essere competitivi a lungo non c’è, avevo tantissima passione per questo sport e una gran bella testa (positiva) e capacità di ascoltare il mio fisico, i numeri nei test non erano niente di eccezionale, quello che ho raggiunto l’ho fatto con costanza e passione, gestendo me stessa, invece di farmi gestire da troppe persone.
Una domanda che mi fanno sempre è: per vincere gare ironman bisogna essere una fuoriclasse, una vera “ironwoman” vero? Io non mi sono mai sentita così e ripeto che non ho dei requisiti fisici particolari, ma ho fatto delle scelte importanti e ho seguito la mia passione con determinazione e con tanta costanza. La mia crescita è avvenuta regolare negli anni, sport di endurance richiedono anni, bisogna essere pazienti e lavorare, lavorare, lavorare. Domanda fatta raramente: Ti sei dedicata esclusivamente al triathlon per raggiungere i tuoi obiettivi? No, assolutamente no, non avrei mai potuto. Avevo bisogno di avere anche altre passioni, distrazioni…una vita privata ,e nei 16 anni di triathlon da professionista ho lavorato anche part time per 13 anni tra insegnate di educazione fisica (10anni), istruttrice fitness (3anni) e poi negli ultimi 3 anni ho iniziato a costruire il mio attuale lavoro con pro train. Avere degli obiettivi importanti al di fuori dell’essere atleta pro per me era fondamentale.
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Era il 7 marzo…. Da quel giorno, inevitabilmente, io come persona e anche la mia vita privata sono cambiate completamente. Si, l’affetto del mondo del triathlon italiano, mondiale e del mondo sportivo in generale è stato enorme, incredibile. All’inizio non ero in grado di capire bene, soltanto qualche settimana dopo ho realizzato il tutto. Certo che sentire tante persone vicine, aiuta parecchio, ma sono molto sincera: tante non le conosco neanche e in una situazione di sofferenza così forte…alla fine ti senti sola e soltanto io potrò elaborarla.
Ho iniziato con il triathlon nel 1998 con gli sprint, ma presto ho capito che mi piaceva di più il lungo e quindi per poco tempo mi sono dedicata alle distanze brevi e lì ho vinto poco. Un segreto per essere competitivi a lungo non c’è, avevo tantissima passione per questo sport e una gran bella testa (positiva) e capacità di ascoltare il mio fisico, i numeri nei test non erano niente di eccezionale, quello che ho raggiunto l’ho fatto con costanza e passione, gestendo me stessa, invece di farmi gestire da troppe persone.
Una domanda che mi fanno sempre è: per vincere gare ironman bisogna essere una fuoriclasse, una vera “ironwoman” vero? Io non mi sono mai sentita così e ripeto che non ho dei requisiti fisici particolari, ma ho fatto delle scelte importanti e ho seguito la mia passione con determinazione e con tanta costanza. La mia crescita è avvenuta regolare negli anni, sport di endurance richiedono anni, bisogna essere pazienti e lavorare, lavorare, lavorare. Domanda fatta raramente: Ti sei dedicata esclusivamente al triathlon per raggiungere i tuoi obiettivi? No, assolutamente no, non avrei mai potuto. Avevo bisogno di avere anche altre passioni, distrazioni…una vita privata ,e nei 16 anni di triathlon da professionista ho lavorato anche part time per 13 anni tra insegnate di educazione fisica (10anni), istruttrice fitness (3anni) e poi negli ultimi 3 anni ho iniziato a costruire il mio attuale lavoro con pro train. Avere degli obiettivi importanti al di fuori dell’essere atleta pro per me era fondamentale.