A cura di Domenica Dominique Oliveto
Mio marito Nico fa triathlon da quasi 3 anni e proprio dopo qualche settimana dall’ultimo suo triathlon di Vieste, l’anno scorso, gli è stato diagnosticato un tumore al retto.
Inutile dire che dal quel momento tutto ha preso una piega diversa, descrivere il nostro stato d’animo sarebbe riduttivo.
La nostra lotta contro questa subdola malattia ha inizio nell’agosto 2014 con cicli di chemio e radioterapia, il primo delicatissimo intervento seguito da un secondo intervento a distanza di un mese e poi ancora chemioterapia, 12 interminabili cicli. I medici consigliavano a mio marito di fare lunghe camminate e vi sembrerà strano ma il mio avvicinamento al mondo del triathlon è avvenuto così affiancandolo nelle nostre camminate mattutine. Piano piano qualcosa dentro di me mi ha portata ad andare oltre e le nostre lunghe camminate mattutine diventarono le mie corse quotidiane.
Un giorno Nico mostrandomi il suo cellulare mi disse: “Guarda.. ti piace? La useresti? Te la regalo!” era una bici Merida!
La mia prima uscita in bici è avvenuta a febbraio: io in sella e lui mi seguiva con la macchina dandomi tutti i consigli di cui avevo bisogno, per me era tutto nuovo!
Durante le nostre uscite in bici, lui era sereno, era come se guardandomi fare sport dimenticasse tutto il male e nel vederlo così coinvolto, così felice capì che dovevo portare avanti la sua passione per lo sport: il triathlon.
Sappiamo benissimo che il triathlon è uno sport multidisciplinare quindi dopo aver iniziato ad allenarmi nella corsa e con la bici, l’ultima attività di cui avevo bisogno per affrontare l’olimpico di Calaponte a Polignano a mare, era il nuoto. Devo essere sincera durante le prime lezioni in piscina riuscivo a malapena a fare 25 mt! Ma la mia determinazione e la fiducia datami dal mio coach Matilde Petruzzi della piscina O3 di Noci, mi hanno aiutata ad andare avanti. Avevo a disposizione poco settimane per allenarmi e una famiglia da gestire ma il giorno dell’ottavo ciclo di chemioterapia di mio marito, l’oncologo ci comunica che la terapia poteva terminare! Una gioia immensa, infinita e soprattutto inaspettata, mi rese più determinata che mai ad affrontare quel triathlon!
03/05/2015 il giorno della gara! Non dimenticherò mai questa data. Tutta la tensione dei giorni precedenti era svanita, ero pronta, il mio unico obbiettivo era NON DELUDERE!
Tutte in acqua, la corda che si solleva, il via del giudice e la gara ha inizio. La frazione swim, 1500mt di nuoto, sono andati benissimo alla mia uscita dall’acqua dopo 38.07 minuti non credevo di avercela fatta(non avevo mai nuotato in mare) giù la zip, via cuffia e occhialini e di corsa nella zona cambio. In sella alla bici ero più sicura di me, 3 giri per 40 km totali in 01.17.34 e il mio sogno pian piano si stava avverando. Lasciata la bici e indossate le scarpe da running, via per l’ultima frazione quella durante la quale ho sofferto maggiormente..quei 4 giri sono stati per me i 10 km più difficili che abbia mai corso terminandoli in 01.00.20
Arrivare al traguardo con le urla dei miei amici sempre pronti a tifare per me, delle mie bambine e la voce di mio marito che mi grida: VAI ESTER VAIIIII CE L’HAI FATTA!!!! VAIIIIII E’ FINITA! E’ stata un’emozione indescrivibile, un’emozione che solo lo sport quello vero fatto di sacrifici, di sofferenze, rinunce e soddisfazioni poteva in qualche modo descrivere il nostro difficile anno di vita!
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A cura di Domenica Dominique Oliveto
Mio marito Nico fa triathlon da quasi 3 anni e proprio dopo qualche settimana dall’ultimo suo triathlon di Vieste, l’anno scorso, gli è stato diagnosticato un tumore al retto.
Inutile dire che dal quel momento tutto ha preso una piega diversa, descrivere il nostro stato d’animo sarebbe riduttivo.
La nostra lotta contro questa subdola malattia ha inizio nell’agosto 2014 con cicli di chemio e radioterapia, il primo delicatissimo intervento seguito da un secondo intervento a distanza di un mese e poi ancora chemioterapia, 12 interminabili cicli. I medici consigliavano a mio marito di fare lunghe camminate e vi sembrerà strano ma il mio avvicinamento al mondo del triathlon è avvenuto così affiancandolo nelle nostre camminate mattutine. Piano piano qualcosa dentro di me mi ha portata ad andare oltre e le nostre lunghe camminate mattutine diventarono le mie corse quotidiane.
Un giorno Nico mostrandomi il suo cellulare mi disse: “Guarda.. ti piace? La useresti? Te la regalo!” era una bici Merida!
La mia prima uscita in bici è avvenuta a febbraio: io in sella e lui mi seguiva con la macchina dandomi tutti i consigli di cui avevo bisogno, per me era tutto nuovo!
Durante le nostre uscite in bici, lui era sereno, era come se guardandomi fare sport dimenticasse tutto il male e nel vederlo così coinvolto, così felice capì che dovevo portare avanti la sua passione per lo sport: il triathlon.
Sappiamo benissimo che il triathlon è uno sport multidisciplinare quindi dopo aver iniziato ad allenarmi nella corsa e con la bici, l’ultima attività di cui avevo bisogno per affrontare l’olimpico di Calaponte a Polignano a mare, era il nuoto. Devo essere sincera durante le prime lezioni in piscina riuscivo a malapena a fare 25 mt! Ma la mia determinazione e la fiducia datami dal mio coach Matilde Petruzzi della piscina O3 di Noci, mi hanno aiutata ad andare avanti. Avevo a disposizione poco settimane per allenarmi e una famiglia da gestire ma il giorno dell’ottavo ciclo di chemioterapia di mio marito, l’oncologo ci comunica che la terapia poteva terminare! Una gioia immensa, infinita e soprattutto inaspettata, mi rese più determinata che mai ad affrontare quel triathlon!
03/05/2015 il giorno della gara! Non dimenticherò mai questa data. Tutta la tensione dei giorni precedenti era svanita, ero pronta, il mio unico obbiettivo era NON DELUDERE!
Tutte in acqua, la corda che si solleva, il via del giudice e la gara ha inizio. La frazione swim, 1500mt di nuoto, sono andati benissimo alla mia uscita dall’acqua dopo 38.07 minuti non credevo di avercela fatta(non avevo mai nuotato in mare) giù la zip, via cuffia e occhialini e di corsa nella zona cambio. In sella alla bici ero più sicura di me, 3 giri per 40 km totali in 01.17.34 e il mio sogno pian piano si stava avverando. Lasciata la bici e indossate le scarpe da running, via per l’ultima frazione quella durante la quale ho sofferto maggiormente..quei 4 giri sono stati per me i 10 km più difficili che abbia mai corso terminandoli in 01.00.20
Arrivare al traguardo con le urla dei miei amici sempre pronti a tifare per me, delle mie bambine e la voce di mio marito che mi grida: VAI ESTER VAIIIII CE L’HAI FATTA!!!! VAIIIIII E’ FINITA! E’ stata un’emozione indescrivibile, un’emozione che solo lo sport quello vero fatto di sacrifici, di sofferenze, rinunce e soddisfazioni poteva in qualche modo descrivere il nostro difficile anno di vita!