A quasi una settimana dalla chiusura dell’edizione 2014 dell’ Ironman Hawaii, diamo le “pagelle” su alcuni big.
TOP UOMINI
Sebastian Kienle (vincitore gara maschile)
Oramai sembra che i tedeschi conoscano solo una tattica per vincere: spingere in bici e infliggere distacchi abissali ai “podisti”. Prima Hellriegel e Zack, poi Stadler e ora Kienle, quando non ci sono il Mark Allen e l’Alexander /Mc Cormack della situazione la tattica vincente, quest’anno poi con le condizioni di vento molto forte Kienle ha fatto saltare il banco e inflitto distacchi abissali a tutti.
Ben Hoffman ( 2° )
Primo degli “umani”, con un Kienle così non si poteva fare meglio, ha rosicchiato qualche cosa a piedi , nonostante fosse sceso dalla bici con il campione uscente è riuscito a chiudere al secondo posto.
Jan Frodeno ( 3° )
Anche se ci si aspettava di più da lui, non va dimenticato che solo Van Lierde ha portato a casa la vittoria da rookie diversi anni fa, come al suo esordio nella distanza full una foratura lo costringe a perdere tempo e a inseguire. Il futuro è sicuramente lui.
Andy Potts ( 4° )
Vederlo uscire primo dall’acqua non è una novità , anche se ha dovuto piegare la resistenza di un campione olimpico, di certo una piacevole sorpresa vederlo battagliare con lui anche a piedi e portare a casa un 4° posto che sa quasi di vittoria
FLOP UOMINI
FITRI
Non ha assolutamente tenuto in considerazione gli Age Group italiani che hanno corso Kona non premiandoli a Riccione la settimana precedente a Kona, non ha mai sostenuto Fontana e gli altri elite WTC italiani, ma quando c’è bisogno di salire sul carro dei vincitori e sfruttare qualcuno per farsi propaganda è sempre in prima linea. Sfacciata!
Ivan Rana ( 17° )
In molti lo davano addirittura favorito per la vittoria finale, è mancato nella frazione ciclistica nonostante abbia militato per un periodo nelle fila di una squadra professionistica di ciclismo. Magra consolazione il miglior tempo assoluto nella maratona finale , ma per lui un 17° posto che sa di fallimento.
Frederik Van Lierde ( 8° )
Dal campione in carica ci si aspettava qualche cosa in più, ha provato a resistere in bici , ma è mancato dove era più atteso, nell’ultima frazione. Probabilmente anche lui vittima del gran forcing di Kienle.
Craig Alexander (13°)
Campione sul viale del tramonto, annuncia il ritiro e poi ritorna. Forse sarebbe stato meglio lasciare un buon ricordo delle sue prestazioni a Kona. Mai in gara e non incide nemmeno a piedi.
Andrew Starykowicz (ritirato)
Si aspettava la sua solita fuga in bici, per alcuni km sembrava stesse iniziando la sua cavalcata solitaria sulle due ruote, ma poi il vento e il tornado Kienle lo hanno sopraffatto. Mesto ritiro per lui dopo un tempo in bici deludente.
Marino Vanhoenhacker ( 34° )
A fine gara ha annunciato che sarà la sua ultima partecipazione a Kona, finisce la gara per onorarla , dopo la bici era ancora in lotta per il podio, ma chiude mestamente terzultimo tra gli elite.
Andreas Raelert ( 36° )
Chiude ultimo tra gli elite, maratona in oltre 5 ore dopo una buona bici , ha solo il merito di non ritirarsi , ma gara da dimenticare per lui.
Discorso a parte per Daniel Fontana, che sicuramente ha avuto una giornata da dimenticare, ha comunque voluto onorare la sua (forse) ultima partecipazione a Kona conquistando comunque la finish line. Un esempio di sportività e riconoscenza verso chi lo ha sostenuto non solo per questa gara. Sicuramente Daniel è comunque di diritto nella storia del triathlon in Italia come l’atleta più vincente, pluricampione italiano di triathlon olimpico e sprint, medio, 1 olimpiade corsa con i colori azzurri, vice campione mondiale 70.3, record italiano sulla distanza Ironman, miglior prestazione italiana di sempre distanza Ironman, miglior prestazione italiana di sempre a Kona e unico italiano ad aver vinto un Ironman Wtc.
TOP DONNE
Mirinda Carfrae ( vincitrice gara femminile )
Terzo successo a Kona con una maratona più lenta solo di un ex campione olimpico e di un ex campione mondiale. Si permette il lusso di regalare oltre 13 minuti tra bici e nuoto alla Ryf . Prestazione aliena !
Daniela Ryf ( 2° )
Se non ci fosse stata l’incredibile maratona della Carfrae avrebbe portato a casa un altro titolo . Ha fatto quello che tutti si aspettavano da lei.
Rachel Joyce ( 3° )
Testa a testa con la Ryf per il secondo posto perso per poco più di 1 minuto. Una gran frazione in bici e un podio prestigioso
FLOP DONNE
Jodie Swallow ( 4° )
Una come lei quando non va a podio fa notizia, prestazione un po’ sotto tono, si aspettava un acuto in bici o a piedi , ma non è arrivato.
Linsey Corbin ( 12° )
Mai in gara e lontana dalla posizioni che contano e che le competono
Leanda Cave ( 18° )
Una con il suo curriculum e il suo potenziale non può “regalare” 30 minuti a piedi alla vincitrice e quasi 15 alle altre.
Yvone Van Vlerken ( ritirata)
Dall’appariscente olandese ci si aspetta sempre una gara in rimonta, in bici non incide come si pensava, si ritira nella frazione finale oramai fuori dai giochi.
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A quasi una settimana dalla chiusura dell’edizione 2014 dell’ Ironman Hawaii, diamo le “pagelle” su alcuni big.
TOP UOMINI
Sebastian Kienle (vincitore gara maschile)
Oramai sembra che i tedeschi conoscano solo una tattica per vincere: spingere in bici e infliggere distacchi abissali ai “podisti”. Prima Hellriegel e Zack, poi Stadler e ora Kienle, quando non ci sono il Mark Allen e l’Alexander /Mc Cormack della situazione la tattica vincente, quest’anno poi con le condizioni di vento molto forte Kienle ha fatto saltare il banco e inflitto distacchi abissali a tutti.
Ben Hoffman ( 2° )
Primo degli “umani”, con un Kienle così non si poteva fare meglio, ha rosicchiato qualche cosa a piedi , nonostante fosse sceso dalla bici con il campione uscente è riuscito a chiudere al secondo posto.
Jan Frodeno ( 3° )
Anche se ci si aspettava di più da lui, non va dimenticato che solo Van Lierde ha portato a casa la vittoria da rookie diversi anni fa, come al suo esordio nella distanza full una foratura lo costringe a perdere tempo e a inseguire. Il futuro è sicuramente lui.
Andy Potts ( 4° )
Vederlo uscire primo dall’acqua non è una novità , anche se ha dovuto piegare la resistenza di un campione olimpico, di certo una piacevole sorpresa vederlo battagliare con lui anche a piedi e portare a casa un 4° posto che sa quasi di vittoria
FLOP UOMINI
FITRI
Non ha assolutamente tenuto in considerazione gli Age Group italiani che hanno corso Kona non premiandoli a Riccione la settimana precedente a Kona, non ha mai sostenuto Fontana e gli altri elite WTC italiani, ma quando c’è bisogno di salire sul carro dei vincitori e sfruttare qualcuno per farsi propaganda è sempre in prima linea. Sfacciata!
Ivan Rana ( 17° )
In molti lo davano addirittura favorito per la vittoria finale, è mancato nella frazione ciclistica nonostante abbia militato per un periodo nelle fila di una squadra professionistica di ciclismo. Magra consolazione il miglior tempo assoluto nella maratona finale , ma per lui un 17° posto che sa di fallimento.
Frederik Van Lierde ( 8° )
Dal campione in carica ci si aspettava qualche cosa in più, ha provato a resistere in bici , ma è mancato dove era più atteso, nell’ultima frazione. Probabilmente anche lui vittima del gran forcing di Kienle.
Craig Alexander (13°)
Campione sul viale del tramonto, annuncia il ritiro e poi ritorna. Forse sarebbe stato meglio lasciare un buon ricordo delle sue prestazioni a Kona. Mai in gara e non incide nemmeno a piedi.
Andrew Starykowicz (ritirato)
Si aspettava la sua solita fuga in bici, per alcuni km sembrava stesse iniziando la sua cavalcata solitaria sulle due ruote, ma poi il vento e il tornado Kienle lo hanno sopraffatto. Mesto ritiro per lui dopo un tempo in bici deludente.
Marino Vanhoenhacker ( 34° )
A fine gara ha annunciato che sarà la sua ultima partecipazione a Kona, finisce la gara per onorarla , dopo la bici era ancora in lotta per il podio, ma chiude mestamente terzultimo tra gli elite.
Andreas Raelert ( 36° )
Chiude ultimo tra gli elite, maratona in oltre 5 ore dopo una buona bici , ha solo il merito di non ritirarsi , ma gara da dimenticare per lui.
Discorso a parte per Daniel Fontana, che sicuramente ha avuto una giornata da dimenticare, ha comunque voluto onorare la sua (forse) ultima partecipazione a Kona conquistando comunque la finish line. Un esempio di sportività e riconoscenza verso chi lo ha sostenuto non solo per questa gara. Sicuramente Daniel è comunque di diritto nella storia del triathlon in Italia come l’atleta più vincente, pluricampione italiano di triathlon olimpico e sprint, medio, 1 olimpiade corsa con i colori azzurri, vice campione mondiale 70.3, record italiano sulla distanza Ironman, miglior prestazione italiana di sempre distanza Ironman, miglior prestazione italiana di sempre a Kona e unico italiano ad aver vinto un Ironman Wtc.
TOP DONNE
Mirinda Carfrae ( vincitrice gara femminile )
Terzo successo a Kona con una maratona più lenta solo di un ex campione olimpico e di un ex campione mondiale. Si permette il lusso di regalare oltre 13 minuti tra bici e nuoto alla Ryf . Prestazione aliena !
Daniela Ryf ( 2° )
Se non ci fosse stata l’incredibile maratona della Carfrae avrebbe portato a casa un altro titolo . Ha fatto quello che tutti si aspettavano da lei.
Rachel Joyce ( 3° )
Testa a testa con la Ryf per il secondo posto perso per poco più di 1 minuto. Una gran frazione in bici e un podio prestigioso
FLOP DONNE
Jodie Swallow ( 4° )
Una come lei quando non va a podio fa notizia, prestazione un po’ sotto tono, si aspettava un acuto in bici o a piedi , ma non è arrivato.
Linsey Corbin ( 12° )
Mai in gara e lontana dalla posizioni che contano e che le competono
Leanda Cave ( 18° )
Una con il suo curriculum e il suo potenziale non può “regalare” 30 minuti a piedi alla vincitrice e quasi 15 alle altre.
Yvone Van Vlerken ( ritirata)
Dall’appariscente olandese ci si aspetta sempre una gara in rimonta, in bici non incide come si pensava, si ritira nella frazione finale oramai fuori dai giochi.